Le attività

L’attività grafico-pittorica

La rappresentazione iconica è un campo di esperienza tipicamente umano, che si rivela come bisogno, come attività piacevole, gratificante, liberatoria, come linguaggio altamente espressivo. Il bambino si accosta a tale tipo di linguaggio attraverso lo scarabocchio, segno grafico primordiale che sta alla base di tutte le sue attività figurative. Egli riversa in tale segno i caratteri della propria personalità ed il grado di maturazione percettiva e rappresentativa ma anche il livello di coordinamento della motricità. Il disegno con matite e pastelli è tra le tecniche proposte, seguito dal collage, che può essere realizzato con materiali poveri, come carta da giornale e colla preparata dagli stessi allievi, dal frottage, dallo strappo, dalla pittura. Esiste un gusto infantile fatto di ritmo, cioè di ripetizioni di elementi, di accostamenti arditi di colori, di equilibrio tra linee e spazi che certamente non segnano le proporzioni adulte, di simmetrie spaziali. È importante quindi che i bambini conoscano prima possibile i colori perché questi implicano la conoscenza delle cose, delle forme, dello spazio, del corpo, del cielo, del mare, del mondo che li circonda.

 

L’attività manipolativa-visiva

La maestra d’arte presenterà gli strumenti di lavoro e, attraverso la manipolazione insegnerà i primi rudimentali gesti per modellare, scolpire e dare forma alla sabbia, alla creta alla cartapesta, alla pasta di sale. Quest’attività espressiva può diventare per il bambino un mezzo di liberazione degli impulsi reconditi in quanto dà la possibilità di premere, trattenere, schiacciare o distruggere il lavoro fatto. Inoltre, opportunamente guidate, le piccole mani creeranno oggetti riciclando bottiglie di plastica, cartone d’uovo, contenitori del latte, lattine, piatti, bicchieri, tovaglioli di carta e tant’ altro. I bambini si divertiranno tanto imparando a riciclare rispettando la natura e l’ambiente.

 

L’attività di espressione corporea

Propedeutica della danza e dell’espressione corporea non solo come attività fisica ma, come attività culturale e sociale. Nel processo educativo si pone come linguaggio di comunicazione e di intesa che motiva i bambini ad esprimere le loro emozioni in una visione interculturale.

Si tende a sviluppare il movimento ritmico, la coordinazione, l’espressività, la memoria, la creatività e il dominio dello spazio.

 

L’attività di psicomotricità

Tra i 2 e i 5 anni l’io si forma in seguito all’interazione costante tra il bambino, il mondo degli oggetti e il mondo degli altri; i bambini imparano attraverso il loro corpo e per questo l’educazione psicomotoria, incentrata sul gioco e il movimento, costituisce una parte indispensabile dell’educazione nel suo complesso. Si propongono quindi giochi di squadra, di equilibrio, di strategia, attività queste in gradi di sviluppare la coordinazione e il rispetto dei turni e delle regole.

 

L’attività teatrale

La drammatizzazione e le esperienze teatrali rivestono un ruolo importante nel percorso educativo della scuola, perché mostrano i processi d’ identificazione e di controllo dell’emotività, infatti, sono complesse operazioni con evidenti implicazioni di ordine ludico, simbolico e psicologico. Giochi, travestimenti, teatro di burattini,

narrazioni, invenzioni di storie fantastiche: ciascuna di queste attività, con le proprie modalità di espressione, contribuisce alla promozione dell’apprendimento dei bambini. La maestra, con il ruolo di mediatrice tra il bambino e la realtà, non insegna a recitare, ma, pone in atto una serie di situazioni motivanti che spingono i piccoli ad esprimere se stessi.

Il gioco del travestimento ad esempio, è qualcosa di speciale nel gioco simbolico. E’ il gioco del sé, forse meglio è il sé che gioca. Si è, non si è più per poi riapparire e ritrovarsi. E’ la capacità che i bambini acquisiscono di giocare con la propria immagine e la propria identità, cogliendo della realtà gli elementi che rendono ogni oggetto, ogni personaggio unico: ne colgono l’essenzialità e con essa si travestono.

Al bambino basta una giacca del papà, un mantello, un cono o una corona di carta sul capo per caratterizzarsi, per divenire, attraverso questa di oggetto transizionale (Winnicott) questo o quel personaggio che tale oggetto caratterizza. Questa trasformazione dà l’avvio allo svolgimento di un gioco-narrazione- rappresentazione- invenzione di storie che prendono luogo da quei personaggi e che spazia negli ampi perimetri della fantasia: Si può sostenere che nei giochi di personificazione scompare e viene simbolizzato l’universo infantile: le figure e i personaggi che possono riguardare il quotidiano reale o virtuale, o le figure fantastiche che riflettono principalmente i vissuti relativi alla mutazione del mondo pulsionale. Un gioco dove ciò che conta non è l’apparire, il sembrare agli altri ma è, l’essere. La giacca, il mantello, il cappello, etc. fanno essere in quanto essenza, l’identità di quel ruolo-personaggio che si vuole evocare.Fantasia, inventiva e creatività saranno lasciate libere di esprimersi nelle forme e nei modi che più si addicono al bambino mentre l’insegnante, con la competenza professionale che gli è propria nell’individuazione e nell’impegno delle varie tecniche d’animazione, stimola i suoi alunni a partecipare a tutte le fasi in cui si articola il percorso educativo.

 

L’attività sonoro – musicale

Partendo dalla narrazione e dalla recitazione, i bambini vengono portati gradualmente a conoscere e ad usare anche i suoni, di cui le loro voci sono un primo esempio.Gli stimoli sonori che i bambini percepiscono fuori dalla scuola sono diversi e a volte, sovrapposti in modo tale che divengono confusi e incomprensibili.Occorre evitare che i bambini si abituino ai suoni senza sentirli effettivamente, in modo da prevenire ogni forma i ricezione passiva:bisogna che fi abituino fin da piccoli a conoscere e riconoscere la raltà sonora, a distinguere tra suoni e rumori, a produrre a loro volta in modo significato per esprimere il proprio vissuto e porsi in relazione con gli altri. L’attività verrà svolta in modo semplice come:

  • Ascolto di musica classica per dare al bambino un effetto suggestivo, trascinante, provocando in lui delle associazioni mentali e delle immagini in rapporto con le sue esperienze di vita
  • L’apprendimento di canti e filastrocche ritmate per sviluppare e arricchire anche il linguaggio
  • Narrazioni, registrazioni e sonorizzazioni di fiabe, ma anche rappresentazioni giocose dei suoni alla scoperta di giochi sonori per l’uso di regole musicali, fino a giungere all’utilizzazione di strumenti che saranno veri ma anche occasionali
  • Ascolto del silenzio e delle voci che nel silenzio vengono scoperte, individuate, ascolto per l’ascolto
  • Ascolto in comune per rinsaldare vincoli che suscitano e riscaldano sentimenti
  • Ascolto di marce, danze e canti folkloristici, che affondano le radici nell’essenza del popolo e della propria terra, ma anche di altri paesi dando al bambino un educazione multi culturale e,un primo approccio di convivenza democratica.

Infatti, suonando ed ascoltando la musica con gli altri compagni, si sviluppa il sentimento sociale e con esso, il bambino comincia a sacrificare una parte del proprio egoismo e della propria aggressività per convivere serenamente con essi.

 

Attività multimediale

La scuola dell’ infanzia non trascura l’approccio con la parola scritta contestualmente alle altre espressioni della galassia semiologica. Allo stesso modo non può e non deve trascurare un metodo di apprendimento più innovativo: oggi si impara non solo leggendo, ascoltando e vedendo ma ascoltando e vedendo insieme, attraverso il monitor di un computer, prodotti multimediali educativi e interattivi, gli Edutainment, specifici per gli utenti di giovane età.Il computer, secondo alcuni pedagogisti, può essere inteso come protesi della mente e come tale, è uno strumento che può potenziare l’insegnamento. Come afferma Bruner, “il punto non è la tecnologia protesica, anche se è essenziale per una cultura.Il punto è la metodologia di ricerca, di uso della mente che è centrale”.

 

Il giardinaggio

Il giardinaggio rappresenta il modo più semplice per instaurare un solido rapporto con l’ambiente naturale attraverso un esperienza che la scuola dell’infanzia ingloba nel progetto formativo. Essere artefici della nascita di una pianticella e poi della sua crescita sviluppa curiosità, voglia di sapere, di scoprire e dona una gioia straordinaria. Ne è la prova l’eccitazione infantile al contatto con l’acqua, la terra e le sue mille forme di vita.

 

Lingua straniera.

Giochi, canti, ascolto di brani e visioni di dvd in lingua inglese con linsegnante di madrelingua.